Quando qualcuno gli chiedeva da dove venisse, egli rispondeva: “Io sono un cittadino del mondo”.
(Diogene Laerzio, vita di Diogene di Sinope)

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Uscita fenogliana 2013 a S.Donato di Mango

SULLE ORME DI FENOGLIO
Le 4° ginnasio nei luoghi resi celebri dagli scritti dell’illustre ex allievo del liceo Govone

Il giorno 10 ottobre 2013 si è svolta l’uscita delle classi quarte ginnasio del Liceo Classico Govone ai Luoghi Fenogliani dell’alta Langa nei quali Beppe Fenoglio, scrittore e partigiano, ambientò molte delle sue opere.
Arrivati in Langa, i ragazzi sono stati accolti a San Donato di Mango dal prof. Donato Bosca, ex preside del Liceo Classico e grande esperto della vita di Fenoglio. Dopo una breve passeggiata, hanno raggiunto il museo spontaneo di Oreste Chiarle, dove hanno potuto apprezzare vari utensili d’epoca di uso quotidiano e alcune splendide foto, oltre ad un rinfresco gentilmente offerto dai padroni di casa.
Nella Casa delle memorie, un museo della vita locale, il prof. Bosca ha proposto un divertente gioco: chi indovinava la funzione degli oggetti che lui mostrava, riceveva in premio un giornalino a fumetti sulle leggendarie Masche e un depliant sul territorio.
Dopo un’altra camminata attraverso la natura, gli allievi hanno raggiunto la Cappella di Sant’Ambrogio che un tempo ospitava una scuola in cui le suore davano asilo e ospitalità ai partigiani. Qui il professor Bosca ha letto un passo del libro “Appunti Partigiani 1944-1945” ambientato proprio lì.
In seguito c’è stata la sosta per il pranzo presso l’ “Osteria della Posta ” dove non è mancato il divertimento!
Nel pomeriggio i ragazzi hanno incontrato tre personaggi che hanno vissuto in prima persona le esperienze della Seconda Guerra Mondiale: il fotografo Aldo Agnelli (grande amico di Fenoglio) e la staffetta Margherita Mo (detta Meghi) con Oreste Nano, entrambi partigiani della Seconda Divisione Langhe. Dopo una loro introduzione, i tre protagonisti della Resistenza hanno risposto alle domande degli attenti studenti riguardo al loro passato di anti-fascisti. Tutti e tre hanno raccontato ai presenti che cosa, per loro, abbia significato la Resistenza e che cosa voglia dire essere partigiani oggi: lottare per la propria libertà e difenderla contro ogni ingiustizia. Ma soprattutto, come ha ribadito più volte Meghi, bisogna ribellarsi con orgoglio e forza, ma sempre nel rispetto degli altri, perché la libertà non ha prezzo e nessuno può prendersela sottraendola a chi gli vive intorno.
<<La lotta partigiana non è ancora finita e voi potete fare la differenza nel futuro>>, queste le parole di Meghi, che ha ricevuto un grande applauso al termine del suo intervento.

Ginevra Accomo, Pietro Corrado, Isabel Lo Coco, Pietro Miletto, Taddeo Pacini (4°B)

UNA GIORNATA IN LANGA PER RIVIVERE IL PASSATO

 “Spero che nessuno di voi debba mai vivere l’ esperienza della guerra”. Così ha risposto il fotografo Aldo Agnelli alla domanda di uno degli studenti di quarta ginnasio del Liceo Classico “Govone” di Alba al termine di un interessante incontro-testimonianza proposto durante l'uscita didattica ai luoghi fenogliani svoltasi giovedì 10 ottobre 2013.
Accompagnati dai docenti e dal prof. Donato Bosca abbiamo raggiunto le colline di San Donato di Mango, dove sono ambientati i racconti e i romanzi di Beppe Fenoglio sulla Resistenza. Una delle sue opere più importanti è “Il partigiano Johnny”, in cui racconta esperienze ed emozioni personali tramite la figura del giovane protagonista.
Oltre ad aver percorso i sentieri abitualmente frequentati dai partigiani, noi ragazzi abbiamo avuto l’occasione di parlare con alcune persone che hanno conosciuto direttamente Fenoglio e che, come lui, appoggiavano i movimenti antifascisti. Il primo tra questi è Aldo Agnelli, fotografo e amico d’infanzia dello scrittore piemontese. Al contrario di molti altri, invece di combattere, egli continuò a lavorare nella sua bottega ad Alba documentando gli avvenimenti di quel periodo. Ancora oggi i suoi scatti sono conosciuti e apprezzati in tutto il mondo, proprio perché sono una testimonianza della lotta della gente comune per ottenere la liberazione. Attraverso le sue parole è stato possibile rivivere i numerosi incontri del fotografo con l’ amico scrittore Beppe Fenoglio sia ad Alba sia nelle numerose escursioni sulle Langhe. Ancora vivo è il ricordo delle loro conversazioni e della loro intensa amicizia.
Un'altra testimone del conflitto è Margherita Mo, “staffetta partigiana” con il nome di battaglia Meghi. Le staffette, in genere ragazze tra i 16 e i 18 anni, avevano il compito di garantire i collegamenti tra le varie brigate e di mantenere i contatti fra i partigiani e le loro famiglie; non erano armate e per questo il loro compito era molto pericoloso. Per passare inosservata nascondeva le informazioni, che trasportava in bicicletta, dentro la suola delle scarpe; ma più di una volta è stata costretta a percorre chilometri e chilometri a piedi, sotto la pioggia e le intemperie. Meghi ci ha raccontato delle sue avventurose spedizioni per recapitare messaggi tra gruppi di partigiani rischiando anche di essere fucilata perché era stata scoperta. In particolare emozionante è stato il racconto del momento della sua cattura da parte dei soldati tedeschi, a cui è riuscita a sfuggire inventando come scusa un incontro amoroso. Ma perché scegliere di unirsi ai partigiani? Meghi ha affermato di aver scelto di aiutare, anche a rischio della vita, la Resistenza perché aveva capito che era una lotta per valori di libertà e di giustizia.
Infine abbiamo potuto ascoltare la testimonianza di Oreste Nano, che proprio in quel giorno ha compiuto 90 anni e ha saputo raccontare la sua esperienza con vivacità, suscitando l’ interesse di noi ragazzi e rispondendo alle nostre domande sulla vita condotta da un partigiano.
Della seconda Guerra Mondiale, fino a questo momento, noi avevamo solo letto nei libri di storia. Ascoltare direttamente la testimonianza di chi ha vissuto in prima persona quegli avvenimenti ci ha resi più consapevoli e partecipi di un passato che non vorremmo si ripresentasse mai più.
Inoltre, questa esperienza è stata un modo per avvicinarci di più alle opere dello scrittore e rivivere, attraverso i suoi testi, un lembo di un passato non poi così lontano. A volte noi giovani affrontiamo determinate realtà in maniera troppo superficiale, ma è solo attraverso la conoscenza che possiamo acquisire maggiore consapevolezza degli errori del passato, per tentare di rendere il nostro futuro migliore, tramandando la memoria alle generazioni future.

Valentina Biglia, Micol Morone (4° C),
Francesca Rivello, Laura Vero (4° B)