VIAGGIO PREMIO IN BOSNIA 2010
“Non un semplice viaggio-studio, ma un’indimenticabile esperienza di vita: così ci sentiamo di definire i cinque giorni vissuti in Bosnia dal 9 al 13 maggio, tra emozionanti visite ai luoghi simbolo del conflitto in ex-Jugoslavia e toccanti incontri con la gente del posto, ancora duramente segnata dalle ferite della guerra degli anni ’92- ’95 ”.
Queste le parole di sei alunne della classe I A del Liceo Classico "Govone", Giulia Bottallo, Margherita Casetta, Fabiana Cerfeda, Maria Francesca Giordano, Elisa Ruatasio e Chiara Maddalena Sordo, vincitrici per la provincia di Cuneo del Concorso di storia contemporanea indetto annualmente dal Comitato Resistenza e Costituzione del Consiglio Regionale del Piemonte.
Le ragazze, accompagnate dalle docenti Laura Demichelis ed Elena Rolando che le avevano seguite nella realizzazione del DVD premiato, hanno avuto il privilegio di conoscere da vicino una nazione piena di contraddizioni e difficoltà, ma anche di voglia di ricostruire e di speranza per il futuro. A far loro da guide alcuni testimoni di eccezione, come due giovani di Sarajevo vissuti per tre anni nella città sotto assedio, il giornalista e scrittore di Mostar Dario Terzic, gli studenti e gli insegnanti del liceo di Tuzla, le donne di Srebrenica. Questa località, purtroppo poco nota, è stata teatro dell’ultimo genocidio avvenuto in Europa nonostante i tanti “mai più” pronunciati all’indomani della seconda guerra mondiale e dell’olocausto degli ebrei: l’11 luglio 1995, sotto gli occhi impotenti dei caschi blu dell’ONU, forze militari e paramilitari serbe hanno ucciso oltre 8000 civili bosniaci, molti dei quali non sono ancora stati recuperati dalle fosse comuni, né identificati. Uno dei momenti più coinvolgenti è stata proprio la partecipazione alla marcia che ogni mese le madri e le mogli degli scomparsi organizzano a Tuzla nel giorno del massacro, srotolando migliaia di fazzoletti, ricamati con il nome e la data di nascita dei propri cari: “Mentre noi ci sentivamo quasi in colpa, per quello che la comunità internazionale, l’Europa e l’Italia avrebbero potuto fare e non hanno fatto durante la guerra, erano quelle donne forti e dignitose a consolare le nostre lacrime, ad abbracciarci e a ringraziarci per aver voluto condividere con loro il dolore e la richiesta di giustizia e verità” raccontano le studentesse albesi. (Nella foto: le donne di Srebrenica con lo striscione “Non dimentichiamo; cerchiamo i nostri scomparsi”).
Un altro incontro significativo è stato quello con il contingente Italiano presso il comando internazionale Eufor al Camp Butmir di Sarajevo, dove i ragazzi hanno potuto colloquiare e pranzare con i Carabinieri e i Militari partecipanti alla missione di pace. Essi hanno spiegato con semplicità ed entusiasmo gli scopi del loro lavoro, dal controllo del territorio, soprattutto per quanto riguarda i traffici illeciti, all’addestramento delle forze di polizia locali; non hanno mancato di evidenziare la complessità della storia e del contesto attuale della Bosnia, ma anche la straordinaria ricchezza culturale del suo popolo, per secoli esempio unico in Europa di tolleranza e convivenza, prima dell’assurda e insensata tragedia della guerra.
Durante gli spostamenti in pullman e gli incontri serali i partecipanti hanno avuto la possibilità di ascoltare testimonianze sul conflitto, inquadramenti storici da parte di esperti e soprattutto notizie sulla realtà attuale della nazione che, seppur in una situazione di forte disagio economico e instabilità politica, cerca di risollevarsi e di ricostruire un tessuto sociale vivo: ciò è possibile soprattutto grazie agli sforzi e alle iniziative dei movimenti giovanili, spesso sostenuti da associazioni e organizzazioni provenienti da altri stati, tra cui l’Italia. È questa la via attraverso cui deve passare l’impegno di ciascuno di noi per favorire la convivenza pacifica tra etnie e religioni diverse in un paese molto vicino al nostro, ma troppo spesso dimenticato e poco conosciuto: in questo senso gli allievi e gli insegnanti del Liceo Govone intendono stabilire una collaborazione con l’Uffico della Pace del Comune di Alba nell’ambito del progetto Strani vari, che si occupa di animazione estiva per i bambini della cittadina bosniaca di Zavidovici, affinché le emozioni provate in Bosnia si trasformino in azioni significative e concrete per se stessi e per gli altri.