Quando qualcuno gli chiedeva da dove venisse, egli rispondeva: “Io sono un cittadino del mondo”.
(Diogene Laerzio, vita di Diogene di Sinope)

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Dacia Maraini e il Liceo Govone: un inatteso legame

DACIA MARAINI E IL LICEO GOVONE: UN INATTESO LEGAME

Campo di concentramento di Nagoya, Giappone, estate 1944.

Don Angelo Margiaria, nel suo libro autobiografico “Rampe di lancio e fiori di ciliegio”, pubblicato nel 1967, racconta: “…nel gruppo insieme a me c’erano tra gli altri internati uno scrittore con moglie e tre figlie, di cui una di nove anni, la seconda di cinque e la terza di due”. La lettura di questo passo è stato il momento più toccante dell’incontro tra alcuni studenti delle scuole superiori albesi e la scrittrice Dacia Maraini, che nella maggiore di quelle bambine si è riconosciuta. Sabato 14 marzo 2009, in occasione della premiazione della scrittrice come “Maestro” del concorso letterario “Bere il territorio”, promosso dall’Associazione Go Wine, gli studenti del Liceo Classico di Alba hanno condiviso le loro riflessioni con l’illustre ospite, una tra le più conosciute scrittrici italiane e, probabilmente, la più tradotta nel mondo. I ragazzi, coordinati dalla professoressa Laura Dolcino, si preparavano da tempo a questo incontro, attraverso la lettura delle opere dell’autrice e lo studio attento della sua biografia e della sua carriera.
Durante questo lavoro di ricerca, Maria Cristina Galeasso, allieva della IV ginnasio A, e due docenti dell’Istituto, le professoresse Elena Rolando e Bruna Galeasso, hanno scoperto a sorpresa che il loro comune prozio, Don Angelo Margiaria, aveva condiviso la drammatica esperienza della prigionia in Giappone durante la seconda guerra mondiale proprio con la Maraini e la sua famiglia. Nel corso della cerimonia hanno quindi omaggiato l’autrice con la lettura di alcuni brani significativi tratti dalla testimonianza letteraria del sacerdote: L’autrice, commossa, ha riconosciuto immediatamente le drammatiche vicende evocate e ha ricordato la figura del sacerdote, che era stato vicino a lei e alla sua famiglia nei due anni trascorsi nel campo e l’aveva anche preparata alla Prima Comunione. Ha poi raccontato altri episodi legati alla sua infanzia in Giappone e alla coraggiosa figura del padre, lo scrittore e antropologo Fosco Maraini, che per i suoi studi si trovava in Oriente e fu internato a Nagoya come dissidente politico. Dopo l’8 settembre ‘43, infatti, il governo giapponese, alleato con l'Italia e la Germania, costrinse gli italiani presenti sul proprio territorio a firmare l'adesione alla Repubblica di Salò, pena la deportazione: la stessa sorte toccò proprio a Don Angelo Margiaria, sacerdote nato a Monticello d’Alba nel 1898, che fece parte del primo gruppo di missionari salesiani diretti in Giappone e si distinse per tutta la vita per il grande impegno per il prossimo e la limpida profondità del suo pensiero.
Quella verificatasi nella suggestiva cornice della sala storica del Teatro Sociale di Alba è stata una delle rare circostanze in cui l’autrice abbia parlato apertamente della fame, delle umiliazioni, della paura, delle malattie e delle terribili sofferenze patite da bambina. L’ospite, venuta con piacevole stupore a conoscenza dell’esistenza di un testo che la riguarda così da vicino, ha richiesto di incontrare personalmente gli studenti del “Govone” per conoscere i dettagli della loro ricerca e per poter avere una copia dell’opera di Don Margiaria.
Tutti i presenti sono usciti arricchiti da questo incontro, che ha fornito la possibilità di riflettere sull’importanza dell’impegno civile, di cui la vita della Maraini è un chiaro esempio, e sulla capacità di reagire alle difficoltà, trasformando anche le esperienze più dolorose in occasioni di crescita.

di Laura Dolcino ed Elena Rolando