Quando qualcuno gli chiedeva da dove venisse, egli rispondeva: “Io sono un cittadino del mondo”.
(Diogene Laerzio, vita di Diogene di Sinope)

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Palestina-Israele, la pace dal basso

LA PACE DAL BASSO RACCONTATA DA RONNIE, ISRAELIANO,
E LUBNA, PALESTINESE

Un cittadino israeliano e una cittadina palestinese, impegnati sui rispettivi fronti della lotta nonviolenta per la coesistenza pacifica di due stati per due popoli, a colloquio con gli studenti del Liceo Classico “Govone”

Un’insolita lezione è stata proposta alle quinte ginnasio del Liceo Classico albese mercoledì 22 settembre 2010 nella storica biblioteca dell’Istituto: al posto dei consueti insegnanti, gli studenti hanno avuto la possibilità di incontrare Ronnie Barkan, attivista israeliano, obiettore di coscienza e componente del gruppo “Anarchists Against The Wall” e Lubna Masarwa, palestinese di origine, ma di cittadinanza israeliana, come tanti altri che dopo il 1948 si sono trovati a vivere all'interno del nascente stato ebraico. Lubna è docente all'università palestinese Al Quds, a Gerusalemme, e come attivista politica si occupa principalmente di diritti sociali, in particolare dei bambini che non hanno accesso all'istruzione. È membro del comitato direttivo del “Free Gaza Movement” e ha preso parte alla spedizione a bordo della nave turca Mavi Marmara, su cui è stata arrestata dalle forze armate israeliane nel corso del blitz dello scorso 31 maggio.
Entrambi i relatori fanno parte dei Comitati popolari per la resistenza nonviolenta, che negli ultimi anni hanno ottenuto rilevanti risultati: quello più noto, diventato poi il simbolo di questa lotta, riguarda il villaggio di Bil'in, situato a venti chilometri ad est di Ramallah. Dal 2005, gli abitanti si oppongono all'annessione di oltre il 50% delle loro terre - confiscate da Israele per la costruzione del muro - con manifestazioni pacifiche che si ripetono ogni venerdì e che coinvolgono anche cittadini israeliani e partecipanti provenienti da tutto il mondo. Anche grazie a questa forma di lotta nonviolenta la Corte Suprema Israeliana ha stabilito, nel 2007, che l'attuale tracciato del Muro a Bil'in è illegale e deve essere modificato.
L’incontro, già proposto la sera precedente in Sala Beppe Fenoglio a tutti i cittadini, è stato organizzato dall'Ufficio della Pace del Comune di Alba in occasione di due giornate indette dall'Onu, la giornata mondiale per la nonviolenza del 2 ottobre e la giornata internazionale della pace, il 21 settembre.
Il giovane pubblico ha potuto seguire il racconto di Ronnie e Lubna in inglese, anche grazie alla traduzione simultanea della prof.ssa Lucia Toppino, e conoscere la loro esperienza di lotta nonviolenta contro l'occupazione da parte dello Stato d'Israele di alcuni territori della Palestina, l'insediamento di nuove colonie e la costruzione di un muro di divisione fra i due territori, lungo 700 chilometri. Gli ospiti hanno poi descritto, anche mediante una proiezione video, la situazione attuale dei loro due popoli e il lento cammino verso una pace ancora difficile, senza tacere le responsabilità e gli errori da entrambe le parti. Hanno sottolineato il rischio che corre una democrazia come Israele se fonda la propria esistenza su distinzioni etniche, sul militarismo, sulla diffidenza e sulla paura, ma hanno anche condannato ogni risposta palestinese basata sul fondamentalismo e sul terrorismo. Entrambi hanno ribadito che solo la sensibilità della comunità internazionale e il coinvolgimento delle nuove generazioni potranno portare verso una soluzione pacifica e giusta del conflitto.
Gli studenti e i docenti hanno dimostrato grande interesse e attraverso le loro domande hanno cercato di conoscere meglio l’esperienza della nonviolenza direttamente dal racconto di due protagonisti: anche in Israele, come in tante altre aree del mondo, la resistenza pacifica e il rispetto dell’altro possono essere le uniche alternative percorribili ed efficaci alla lotta violenta ed estremista. La scelta di vita di Ronnie e Lubna è un esempio concreto di impegno e tolleranza, oltre che un messaggio di speranza per il futuro del Vicino Oriente e di tutto il nostro pianeta.

di Elena Rolando